(Controluce)I reperti ammassati I lavori di restauro dell'Antiquarium non sono mica finiti: non sono bastati trent'anni per risistemare un museo. Ma nemmeno ventuno per completare alcuni scavi: era il 1987 quando Antonio Varano diede il via ai lavori per i Casti Amanti. La casa è ancora un cantiere. E ritrovamenti come il putto dai riccioli d'oro o affreschi sono serviti soltanto a scatenare l'appetito dei ladri. Che adesso, per carità, mica si vedono più a Pompei.«Perché i tombaroli hanno cambiato obiettivo», grida l'allarme Antonio Pepe, sindacalista della Cisl. E spiega: «Ora si prediligono gli oggetti non catalogati. E c'è l'imbarazzo della scelta: un terzo di Pompei non è mai stata scavata. Stiamo parlando di 22 ettari, in balia di chiunque: un patrimonio mai censito. Non si ha idea di cosa c'è là sotto, se qualcosa è rimasto».Si sa, però, cosa c'è sopra quei ventidue ettari: «Discariche abusive: pneumatici, elettrodomestici, materassi», garantisce ancora il maresciallo Manzoni. Una depressione che si amplifica a guardare lo stato delle meraviglie già portate alla luce. Ma non provate a sentirvi male: dentro gli scavi il pronto soccorso è come un set. Dentro ci sono due dipendenti, ma non sono né medici né infermieri. E sono forse gli unici dipendenti che potrà capitarvi di vedere nel giro in mezzo alle case di Pompei.Ville chiuse Ci sono 1.500 case tra le mura: se se ne trovano aperte due su dieci si è vinta una lotteria. E inutilmente i turisti inseguono i fasti della Casa dei Vettii, lì dove il gigantesco membro di Priapo un tempo, per pudore, era coperto da una teca: il gioco era mettere qualche moneta nella mano del custode per svelarlo. Oggi gli 11 euro pagati per il biglietto (da oltre 2 milioni e mezzo di visitatori l'anno) non ti permettono di vedere né questa, né la Casa degli Amorini (che pure è restaurata dal 2004) né quasi nessuna delle pur centralissime vie di Nola e di Abbondanza. Tutte case desolatamente chiuse.E quelle aperte? La Casa della Caccia Antica? Si chiama così per via di un meraviglioso affresco di caccia, appunto: bisogna crederci per fede. L'affresco è sbiadito, diventato invisibile. La Casa del Fauno? Sarebbe fantastica se non fosse per impalcature e puntelli, sovrastata da orribili strutture in acciaio. Già, l'acciaio: va di moda da queste parti. Basta vedere l'ancora più orribile struttura in costruzione dalla parte di porta Stabia.«Servirebbe per gli uffici della Sovrintendenza che, però, è stata accorpata con quella di Napoli e dunque non servono più», dice il sindacalista Pepe spiegando che per questa struttura sono stati investiti cinque milioni di euro. «Gli unici soldi investiti, sembrerebbe: nel bilancio degli scavi, infatti, ci sono 70 milioni di euro mai spesi. Aggiungiamoci i 30 milioni che nel 2006 l'allora ministro Buttiglione si prese indietro perché a Pompei non si era deciso come spenderli».
mercoledì 30 luglio 2008
Affreschi svaniti, furti e discariche, Così si sgretola l'antica Pompei.
(Controluce)I reperti ammassati I lavori di restauro dell'Antiquarium non sono mica finiti: non sono bastati trent'anni per risistemare un museo. Ma nemmeno ventuno per completare alcuni scavi: era il 1987 quando Antonio Varano diede il via ai lavori per i Casti Amanti. La casa è ancora un cantiere. E ritrovamenti come il putto dai riccioli d'oro o affreschi sono serviti soltanto a scatenare l'appetito dei ladri. Che adesso, per carità, mica si vedono più a Pompei.«Perché i tombaroli hanno cambiato obiettivo», grida l'allarme Antonio Pepe, sindacalista della Cisl. E spiega: «Ora si prediligono gli oggetti non catalogati. E c'è l'imbarazzo della scelta: un terzo di Pompei non è mai stata scavata. Stiamo parlando di 22 ettari, in balia di chiunque: un patrimonio mai censito. Non si ha idea di cosa c'è là sotto, se qualcosa è rimasto».Si sa, però, cosa c'è sopra quei ventidue ettari: «Discariche abusive: pneumatici, elettrodomestici, materassi», garantisce ancora il maresciallo Manzoni. Una depressione che si amplifica a guardare lo stato delle meraviglie già portate alla luce. Ma non provate a sentirvi male: dentro gli scavi il pronto soccorso è come un set. Dentro ci sono due dipendenti, ma non sono né medici né infermieri. E sono forse gli unici dipendenti che potrà capitarvi di vedere nel giro in mezzo alle case di Pompei.Ville chiuse Ci sono 1.500 case tra le mura: se se ne trovano aperte due su dieci si è vinta una lotteria. E inutilmente i turisti inseguono i fasti della Casa dei Vettii, lì dove il gigantesco membro di Priapo un tempo, per pudore, era coperto da una teca: il gioco era mettere qualche moneta nella mano del custode per svelarlo. Oggi gli 11 euro pagati per il biglietto (da oltre 2 milioni e mezzo di visitatori l'anno) non ti permettono di vedere né questa, né la Casa degli Amorini (che pure è restaurata dal 2004) né quasi nessuna delle pur centralissime vie di Nola e di Abbondanza. Tutte case desolatamente chiuse.E quelle aperte? La Casa della Caccia Antica? Si chiama così per via di un meraviglioso affresco di caccia, appunto: bisogna crederci per fede. L'affresco è sbiadito, diventato invisibile. La Casa del Fauno? Sarebbe fantastica se non fosse per impalcature e puntelli, sovrastata da orribili strutture in acciaio. Già, l'acciaio: va di moda da queste parti. Basta vedere l'ancora più orribile struttura in costruzione dalla parte di porta Stabia.«Servirebbe per gli uffici della Sovrintendenza che, però, è stata accorpata con quella di Napoli e dunque non servono più», dice il sindacalista Pepe spiegando che per questa struttura sono stati investiti cinque milioni di euro. «Gli unici soldi investiti, sembrerebbe: nel bilancio degli scavi, infatti, ci sono 70 milioni di euro mai spesi. Aggiungiamoci i 30 milioni che nel 2006 l'allora ministro Buttiglione si prese indietro perché a Pompei non si era deciso come spenderli».
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