sabato 5 dicembre 2009

Archeologia Perù: Il Tempio della Sacerdotessa Bambina

La commovente sepoltura di una sacerdotessa bambina, scoperta nell'ultima campagna di scavo conclusa lo scorso settembre sull'altopiano dell'antica cultura Nazca, in Peru', aggiunge un altro enigma al gia' misterioso complesso cerimoniale sepolto di Cahuaci, sul quale da anni lavora l'archeologo bresciano Giuseppe Orefici. Ricca di un raffinato corredo funebre con un simbolismo intrigante ancora da interpretare appieno, quella sepoltura, come ha spiegato lo stesso Orefici in uno dei convegni di divulgazione scientifica della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico che si conclude oggi a Paestum, consiste in un pozzo che si apre su un altare con numerosi sacrifici alle divinita'. La tomba stessa, riferibile all'anno 350 d.C., e' un tempietto in miniatura, e nel pozzo, insieme a ricche offerte, fu seppellito il corpo di una fanciulla quattordicenne, abbigliata e decorata con grande raffinatezza ma vistosamente denutrita: rappresentazioni di orche marine sui tessuti, volto dipinto e ingioiellato, monili e collane in oro, ametiste, turchesi, lapislazzuli e altro materiale esotico proveniente da lontano, ma anche ossa fragilissime tipiche di un soggetto sofferente di grave denutrizione, e articolazioni delle spalle deformate come da una prolungata posizione forzata a braccia alzate e aperte in posizione di preghiera; un particolare, quest'ultimo, che ha indotto gli studiosi ad attribuire la salma ad una sacerdotessa bambina.

Un dettaglio che gli archeologi impegnati nello scavo hanno trovato particolarmente toccante - racconta Orefici - e' costituito da alcune teste di uccellini, deposte accanto al corpo della fanciulla, con il becco legato da un laccio: non avrebbero mai piu' dovuto cantare, nemmeno dell'oltretomba, per il lutto e il dolore provocato dalla morte della fanciulla. Sul volto spicca un grande ornamento nasale d'oro, con un foro aperto in corrispondenza della bocca: rappresenta sei colibri', tre per lato, che si avventano su due serpenti arricciati ai lati delle narici.

In tutta la cultura Nazca, sottolinea l'archeologo italiano, solo in altre due tombe sono stati rinvenuti ornamenti nasali del genere, entrambi sul volto di personaggi di altissimo rango. Orefici scava da anni nel grandissimo complesso cerimoniale di Cahuaci, che ha gia' illustrato in precedenti convegni scientifici: si tratta di edifici e monumenti destinati unicamente al culto delle divinita', che ad un certo punto, verso il 500 d.C., furono seppelliti cerimonialmente, sigillati con parecchie offerte sotto la chiusura, e abbandonati. Secondo l'interpretazione dello studioso, l'abbandono di quei templi sta a significare l'abbandono delle divinita' stesse da parte dei fedeli, a causa di tre calamita' naturali che avevano colpito il popolo e che hanno lasciato segni devastanti sul complesso stesso di Cahuaci: un violentissimo terremoto e due terrificanti inondazioni. Poiche' era venuto meno il ruolo di protezione e di concessione di favori degli dei agli uomini, gli uomini decisero di non voler piu' mantenere il culto di quelle divinita', e lasciarne deserto il luogo di culto, non senza deporre offerte di addio.

Su AGI

La città sommersa

ROMA 04/12/09 - 19:01
Impegnati da tempo in una ricerca al largo delle coste africane per il progetto ArCoLibia (Archeologia costiera della Libia), ricercatori italiani della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia e dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli hanno scoperto le vestigia di una città sommersa di epoca romana imperiale del II secolo dopo Cristo.
Nel tratto di costa orientale della Cirenaica, tra le città di Derna e di Bomba, i resti sono stati individuati durante immersioni di ricognizione nelle acque di Capo di Ras Etteen. Gli archeologi, che erano impegnati nella ricerca di relitti e strutture portuali sul fianco occidentale del Golfo di Bomba, hanno scoperto muri, strade, edifici e tombe a una profondità compresa tra 1 e 3 metri e estesi su oltre un ettaro di superficie.
Si pensa che la città sia scomparsa, sprofondando in mare, per fenomeni di bradisismo, movimenti della crosta terrestre legati ad attività vulcanica sotterranea che causa, tra l'altro, l'innalzamento o l'abbassamento della linea della costa.
Parla della scoperta il soprintendente Sebastiano Tusa, a capo della spedizione.

Su RadioGRR

venerdì 25 settembre 2009

Cercatore di metalli trova un "vero tesoro"


Londra, 24-09-2009

Una sensazionale scoperta archeologica destinata a gettare nuova luce sulla storia britannica medioevale è avvenuta nella contea di Staffordshire, nell'Inghilterra centrale, dove e' stato portato alla luce il più grande tesoro anglosassone mai rinvenuto nel paese.

A dare la notizia, che ha già messo in fibrillazione gli storici e gli archeologi britannici, è stata la Bbc, spiegando che il tesoro, composto da oltre mille e cinquecento pezzi d'oro e d'argento, risalirebbe al VII secolo dopo Cristo.

Il coroner dello Staffordshire del Sud, Andrew Haigh, ha dato ufficialmente la qualifica di "tesoro" al ritrovamento, che e' quindi di proprietà della Corona.

A portare alla luce la collezione di oltre 5 chili di manufatti d'oro e almeno 2 chili e mezzo d'argento è stato il cercatore di metalli Terry Herbert, che ha rinvenuto il tesoro lo scorso luglio dopo aver perlustrato per 5 giorni un terreno di proprietà di un amico.

Per conoscere il valore esatto del tesoro bisognerà attendere almeno un anno, ma gli esperti sono concordi nel ritenere che si tratti di un ritrovamento molto più prezioso di quello avvenuto a Sutton Hoo nel 1939, quando fu dissotterrato un chilo e mezzo di cimeli d'oro risalenti al periodo anglosassone.

"Questa scoperta cambierà radicalmente la nostra idea dell'Inghilterra anglosassone, almeno quanto, se non più, del ritrovamento di Sutton Hoo", ha dichiarato Leslie Webster, ex responsabile del Dipartimento di Presitoria ed Europa del British Museum.

Una delle principali caratteristiche del tesoro, affermano gli esperti, è il fatto che sia costituito esclusivamente da attrezzature di guerra, come manici di spade e impugnature di scudi ricoperti di pietre preziose, mentre mancano del tutto oggetti femminili. "Ha l'aspetto di una collezione di trofei, ma è impossibile dire se si tratta delle spoglie di una singola battaglia o di una lunga e prestigiosa carriera militare - ha dichiarato l'archeologo Kevin Leathy - se ne discuterà per decenni".

La collezione e' attualmente custodita in un'area protetta del 'Museum and Art Gallery' di Birmingham, ma una parte dei manufatti verra' esposta al British Museum da domani fino al 13 ottobre.


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