lunedì 25 gennaio 2010

Ritrovata la sorgente dell'Acquedotto di Traiano


E' una scoperta incredibile. A pochi chilometri da Roma è stato ritrovato il Caput Aquae dell'acquedotto di Traiano. Fuori dal linguaggio per dotti e iniziati, il Caput Aquae è la prima sorgente dell'acquedotto inaugurato nel 109 dopo Cristo dall'imperatore per servire la zona urbana di Trastevere. Il ritrovamento, opera di due documentaristi inglesi, Michael e Ted oNeel, è avvenuto per caso al confine fra i comuni di Manziana e Bracciano, il paese che ha lo stesso nome del lago intorno a cui correva l'acquedotto. Secondo Lorenzo Quilici, professore di topografia antica all'Università di Bologna, è tornato alla luce uno «stupefacente ninfeo», paragonabile al Canopo di Villa Adriana o al Ninfeo di Egeria nel Triopo di Erode Attico sull'Appia Antica. Insomma, par di capire che la scoperta sia importantissima e di grande suggestione e ci si chiede come lo «stupefacente ninfeo» sia rimasto invisibile per tutti questi secoli a due passi da Roma. La scoperta verrà presentata il 28 gennaio alle 15 a Roma in una conferenza stampa all'hotel Quirinale.

su ilGiornale

Scoperto il primo tempio dedicato alla dea-gatta Bastet in Egitto


E' tornato alla luce un antico tempio dedicato alla dea egiziana Bastet, raffigurata con il corpo di donna e la testa di gatto. Le rovine del tempio greco sono state scoperte da una missione di archeologi egiziani ad Alessandria d'Egitto. L'annuncio dell'eccezionale ritrovamento e' stato dato dal Servizio egiziano per le antichita' in Egitto, guidato dall'archeologo Zahi Hawass. Nello stesso sito che e' stato scavato sono state trovate circa 600 statue di epoca tolemaica, molte delle quali raffiguranti l'immagine della dea-gatta Bastet, divinita' della gioia, della musica e della maternita'.
La missione archeologica e' guidata da Mohammed Abdel Maqsoud, capo delle antichita' del Basso Egitto. Il tempio scoperto era stato edificato in onore della regina Berenice, sposa del re Tolomeo III che governo' l'Egitto dal 246 al 222 a.C. Il sito con le rovine dell'edificio sacro, dove sono in corso gli scavi da piu' di un anno, occupa una superficie di 60 metri di lunghezza per 15 metri di larghezza. Il tempio scavato in localita' Kom al-Dikka, ad Alessandria d'Egitto, ha subito diverse distruzioni in epoche successive, ed infine fu utilizzato come cava per il recupero di materiali, da cui nel corso dei secoli sono scomparsi numerosi blocchi di pietra.
 

Scoperta Reggia VI secolo a.C. nel Potentino


E' stata riportata alla luce vicino Potenza una reggia del VI secolo avanti Cristo. Lo scavo e' opera della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell'Universita' di Basilicata. Trovato un lungo fregio in terracotta, raffigurante scene di battaglie, e una sfinge. Il Palazzo ha restituito, all'interno, l'arredo destinato alle cerimonie e nel portico due grandi telai. Nell'area antistante rinvenute quattro tombe.

su ANSA

Scoperta la mitica città di Sigeion cantata da Omero nell'Iliade


Sono tornati alla luce i resti di Sigeo o Sigeion (Sigeum in latino), cantata da Omero nell'Iliade, una delle mitiche citta' dell'antica Turchia, a circa 6 chilometri da Troia. Gli archeologi tedeschi dell'Universita' di Tubinga hanno scoperto, durante gli scavi, le fondamenta di alcune case costruite dai Greci nel corso del I millennio avanti Cristo. Insieme alle fondamenta sono emersi, in vari punti, anche i muri portanti delle abitazioni di personaggi altolocati. Il professor Thomas Schaefer, direttore della missione archeologica, secondo quanto riferito alla stampa tedesca, ha spiegato che dallo studio dei reperti risulta che Sigeion fu un importante centro commerciale almeno tra l'VIII e il IV secolo a.C. Sorgendo sul lato sud dell'Ellesponto, Sigeion, ha ricordato sempre Schaefer, fu percio' per diversi secoli un fondamentale punto di incontro e di scambio del Mar Nero. L'operazione archeologica per la ricerca di Sigeion e' iniziata nel 2005 sotto la direzione di Schaefer e prima della scoperta dei resti delle case greche erano state ritrovate soprattutto ceramiche. Fino ad allora la localizzazione di Sigeion era nota, ma non poteva essere scavata perche' il sito era una base militare turca. Nel 2007 l'impiego del georadar ha permesso di iniziare la preparazione della mappa topografica dell'antica citta'. Nel 2008 sono iniziati gli scavi in sei punti diversi ma solo nell'autunno scorso e' stata localizzata con tutta probabilita' la necropoli e quindi il quartiere residenziale. A partire dall'estate del 2010 gli archeologi dell'Universita' di Tubinga inizieranno la ricerca del tempio dedicato alla dea Atena. L'esistenza del santuario e' accertata grazie alla scoperta di un'iscrizione funeraria del III secolo a.C. che parla del tempio dedicato ad Atena.

Scoperta enorme tomba in Egitto, la più grande di Saqqara


Il Cairo, 4 gen - Gli archeologi egiziani hanno riportato alla luce la piu' grande tomba mai scoperta nell'antica necropoli di Saqqara. Ad annunciarlo il responsabile del Consiglio superiore delle Antichita', Zahi Hawass.

Una delle due tombe scoperte, scavata nella roccia, e' composta da una vasta camera che collega ad altre nicchie. In una di queste sono stati ritrovati degli scheletri e degli utensili.

''Si tratta della piu' grande tomba di Saqqara'', ha affermato Hawass. ''Ci sono volute due ore per visitarla tutta'', ha detto. L'egittologo ha detto che verso la parte settentrionale della tomba gli archeologi hanno trovato un'altra nicchia contenente alcuni falconi mummificati, simbolo del dio del cielo Horus, e degli oggetti molto ben conservati.

Sembra, pero', che la tomba sia stata saccheggiata.

''Questo ritrovamento conferma che la zona di Saqqara contiene dei segreti ancora celati'', ha detto Hawass.

su ASCA

venerdì 15 gennaio 2010

La Bibbia? Del X secolo avanti Cristo



Un'iscrizione che parla del Signore ed è datata X secolo avanti Cristo. Questa l''eccezionale scoperta archeologica che getta nuova luce sulle origini della Bibbia, retrocedendo di molti secoli la stesura delle sacre scritture. Il professor Gershon Galil del Dipartimento di Studi biblici dell'università di Haifa, ha decifrato infatti un'iscrizione che risale al X secolo a.C., dimostrando che si tratta della più antica scritta in ebraico mai trovata. La scoperta, annunciata dal Jerusalem Post, «indicherebbe che almeno alcune delle scritture bibliche furono composte centinaia di anni prima delle date finora accreditate dalla ricerca scientifica, e che il Regno di Israele esisteva già a quell'epoca.

Il X secolo è l'epoca del Regno di Davide. L'iscrizione, vergata in inchiostro su un frammento di terracotta trapezoidale di 15 per 16,5 cm, è stata scoperta negli scavi condotti dal professor Yosef Garfinkel a Khirbet Qeiyafa, vicino alla valle di Elah, in Israele. Il deciframento a opera di Galil dell'antico scritto testimonia che l'iscrizione è effettivamente in ebraico sulla base dell'uso dei verbi specifici della lingua ebraica e di un contenuto specifico della cultura ebraica non adottato da altre culture della regione mediorientale.



«Questo testo - ha spiegato Galil - è una enunciazione sociale che si riferisce a schiavi, vedove ed orfani. L'iscrizione usa verbi che erano caratteristici dell'ebraico, come asa (fece) e avad (lavorò), raramente usati in altre lingue della regione. Alcune parole particolari che appaiono nel testo, come almanah (vedova), sono specifiche dell'ebraico e sono scritte in modo diverso dalle altre lingue della regione».

L'iscrizione decifrata approssimativamente recita in italiano: «Non lo farai ma adorerai il Signore; giudica lo schiavo e la vedova; giudica l'orfano e lo straniero; implora per il neonato, implora per il povero e la vedova; riabilita il povero nelle mani del re; proteggi il povero e lo schiavo sostieni lo straniero».

Una volta confermata la decifrazione, ha sottolineato Galil, diventerà la più antica iscrizione ebraica mai trovata, e attesterà le capacità di scrittura in ebraico già nel X secolo a.C. Un dato che contrasta con la datazione della composizione della Bibbia accreditata dallo stato attuale delle ricerche, che escluderebbe la possibilità che la Bibbia o parti di essa potessero essere state scritte già in quel periodo.

su LiberoNews

giovedì 7 gennaio 2010

Scoperta Civlità Perduta in Amazzonia


La leggendaria El Dorado esiste davvero. La mitica città d'oro alla cui ricerca partirono prima i conquistadores e poi diversi esploratori trovando la morte nella foresta amazzonica, è finalmente venuta alla luce nel Brasile occidentale vicino al confine con la Bolivia, grazie a nuove immagini satellitari e a fotografie aeree di zone disboscate per far posto ai pascoli. Secondo quanto riporta oggi la rivista britannica Antiquity, si tratta di oltre 200 strutture circolari e poligonali, disposte in una precisa rete geometrica che si estende per una lunghezza di oltre 250 chilometri.

Secondo gli scienziati che hanno mappato la rete di muri e trincee che collegano gli edifici, quanto scoperto finora potrebbe essere soltanto un decimo di quanto fu costruito da una complessa e finora sconosciuta civiltà precolombiana esistita per almeno un migliaio di anni. Alcune delle strutture risalgono infatti al 200 d.C., altre al 1283 e gli studiosi credono che potrebbero esserci ancora circa 2.000 edifici nascosti sotto la fitta giungla. Secondo alcuni antropologi, la costruzione di una rete così estesa, sofisticata dal punto di vista ingegneristico e ricca di canali e di strade, sarebbe paragonabile in quanto a scala e difficoltà a quella delle piramidi in Egitto. Molte delle strutture rinvenute sono simmetriche e inclinate verso il nord, facendo presupporre che avessero un significato astronomico. A stupire i ricercatori è stato soprattutto il fatto che le strutture delle pianure sono identche a quelle delle aree collinari, indicando quindi che si trattava della medesima civiltà. "Nell'archeologia dell'Amazzonia si ha questa convinzione che diverse civiltà abbiano abitato in diversi ecosistemi.

E' stato quindi strano scoprire una civiltà in grado di trarre vantaggio da ecosistemi diversi e di espandersi su una regione così grande", ha dichiarato Denise Schaan, una delle autrici dello studio. La scoperta della città perduta contraddice quanto sostenuto fino ad ora, ovvero che i suoli di questa parte dell'Amazzonia sarebbero stati troppo poveri per sostenere una civiltà agricola e che ad abitarli siano stati soltanto tribù primitive. I conquistadores che raccontarono di aver trovato "città risplendenti di bianco" nascoste nella giungla forse quindi avevano detto la verità. Ma furono forse proprio loro a introdurre le malattie e a mettere in moto la serie di catastrofici eventi che consegnarono all'oblio una complessa civiltà e le sua città perduta.

su ANSA foto MailOnline