Ogni tanto accade. Accade che una scoperta archeologica possa mettere in crisi la linea temporale dell’evoluzione della civiltà nella storia antica. Sta accadendo ora, in Turchia, su alcune colline chiamate Göbekli Tepe vicino alla pianura di Harran, nei pressi del confine siriano. La scoperta riguarda un complesso di templi che risalirebbe addirittura ad migliaia di anni prima della Grande Piramide, intorno a 11.500 anni fa, 6000 anni prima che Stonhenge prendesse forma. E, soprendentemente, tra i 3000 ed i 1500 anni prima di Çatalhöyük, considerato uno degli insediamenti più antichi della storia.
Göbekli Tepe è un sito particolare, come particolare è la dedizione che l’archeologo tedesco Klaus Schmidt ha posto nel suo lavoro negli ultimi dodici anni. L’antica civiltà che ha costruito le rovine di Göbekli Tepe è stata definita "la Roma dell’ era Glaciale", un complesso urbano popolato da cacciatori-raccoglitori dotati di una raffinata cultura religiosa, architettonica e sociale. Il sito fu inizialmente esaminato dall’ Università di Chicago e dall’ Università di Istanbul negli anni ‘60. Dopo la visita del sito, che fu soltanto un "mordi e fuggi" su quello che agli antropologi sembro un cimitero abbandonato risalente al Medioevo, nel 1994 arrivò Schmidt, convinto che in quel luogo ci fosse più che un vecchio cimitero. "Solo l’uomo può aver creato una collina come questa" sostenne Schmidt "E’ chiaro che questo è un sito enorme risalente all’Età della Pietra". Si possono trovare terrazze, cerchi di pietra, pilastri alti sei metri a forma di "T" e monoliti. E come se non bastasse, i rilevamenti radar hanno mostrato come sotto il terreno si celino almeno altre 15 rovine monumentali.
Fino ad ora sono stati portati alla luce alcuni dei 50 pilastri del complesso, uno dei quali, secondo le datazioni, rappresenterebbe l’opera d’arte monumentale più antica del mondo. Su uno dei pilastri è possibile ammirare dei simboli astratti, anche se in realtà l’intero sito è ricoperto da bassorilievi e scultura di animali e piante. Cinghiali selvatici, manzi, leoni, volpi, leopardi, si può trovare di tutto a Göbekli Tepe. Ci sono anche raffigurazioni di esseri umani, scultura semi-umanoidi prive di volti.
La tesi di Schmidt è quella che la cooperazione tra cacciatori e la formazione di questo centro di culto siano nate per esigenze religiose. Il tempio ha costituito il fulcro della città, attorno ad esso è stato costruito tutto il resto. Non si tratta del "tradizionale" insediamento urbano di poche case, qui si parla di una città fatta e finita, con tempi, laboratori specializzati, case. Questa scoperta sta pian piano rivoluzionando il mondo dell’archeologia. Come afferma Ian Hodder, del programma archeologico della Stanford University "Molte persone pensano che questo possa cambiare tutto. Cambio completamente le carte in tavola. Tutte le nostre teorie erano sbagliate".
Le teorie sulla "rivoluzione del Neolitico" hanno sempre sostenuto che tra 10 e 12 mila anni fa agricoltori ed allevatori hanno iniziato a creare villaggi, città, lavori specializzati, scrittura, e tutto ciò che sappiamo delle antiche civiltà. Ma uno dei punti salienti delle vecchie teorie è che sia nata prima la città, o dopo i luoghi di culto. Ora invece sembra che la religione si apparsa prima della vita civilizzata ed organizzata in centri urbani, anzi, che sia quasi stata il motore primario per la creazione di città. Il sito di Göbekli Tepe sembra anche dimostrare che in quella regione sia nata l’agricoltura, oltre che l’architettura domestica.
La mappatura genetica del grano sembra dimostrare che in questa zona siano stati, per la prima volta nella storia, coltivati cereali. Anche i primi maiali selvatici d’allevamento sembra si siano originati qui intorno a 10.000 anni fa. Su sito sono state scoperte oltre 100.000 ossa animali, macellati e cucinati sul posto. Tra gli animali sono state ritrovate gazzelle (circa il 60% del totale delle ossa finora esaminate), pecore, cinghiali e cervi rossi, assieme a dozzine di ossa di uccelli. Tutti questi animali erano selvatici, il che dimostrerebbe la natura di cacciatori della popolazione dell’area. Il problema della diffusione di questa scoperta è alquanto bizzarro: non sta nell’assenza di prove che possano dimostrare inequivocabilmente la sua età, come si potrebbe pensare. Il problema sta nella presenza di troppe prove.
"Il problema con questa scoperta" sostiene Schwartz della John Hopking University "è che è unica". Non sono infatti stati ritrovati altri siti monumentali risalenti all’epoca di Göbekli Tepe, in nessuna parte del mondo. Si è sempre creduto infatti che in quel periodo l’uomo vivesse all’interno di caverne, dipingendole con scene di caccia, o costruendo al limite qualche rifugio in pietra grezza. Addirittura anche dopo il periodo in cui Göbekli Tepe era al suo massimo splendore, per i circa 1500 anni successivi, sembra ci siano pochissime evidenze di edifici anche solo paragonabili a quelli ritrovati nel sito turco. Le mura di Gerico, finora considerate la costruzione monumentale più antica della storia dell’ uomo, sono probabilmente nate più di un millennio dopo Göbekli Tepe.
Questa è una scoperta che potrebbe mettere in discussione la linea temporale sull’evoluzione della civiltà umana. Fino ad ora è stato portato alla luce solo il 5% del sito, ed i lavori procedono senza sosta, tant’è che sul posto sono presenti ben 3 differenti team di archeologi. Gli scavi a Göbekli Tepe procedono lentamente, dato il clima della regione: le temperature estive sono proibitive, durante l’inverno invece le piogge non consentono gli scavi, ed il periodo utile per l’attività archeologica è rappresentato da due mesi durante la primavera e due in autunno.