Ci sono antichissime monete in argento e bronzo, una grossa maschera votiva risalente all'antico popolo laziale dei Rutuli, oltre a statuette in terracotta e un nuovo e inedito frammento della famosa Kylix del V secolo a. C., opera dei celebri artisti Eufronio e Onesimos. Sono solo alcune delle splendide opere d'arte recuperate alla legalità nel corso delle tre operazioni Rutuli, Eufonio 2 e Fortuna, illustrate, a Roma, nelle sede del reparto operativo Carabinieri tutela patrimonio culturale, dal comandante del gruppo, tenente colonnello Raffaele Mancino, alla presenza, tra gli altri, del soprintendente per i Beni archeologici dell'Etruria meridionale Anna Maria Moretti.«Le operazioni - spiega l'ufficiale dell'Arma - hanno condotto al recupero di circa 2mila pezzi tra integri e ricomposti, oltre 1800 frammenti e 500 monete d'altissimo pregio storico-numismatico, per un valore complessivo superiore ai 3 milioni di euro». Undici, in totale, le persone denunciate all'autorità giudiziaria per scavo clandestino, impossessamento illecito e ricettazione di materiale archeologico. Tra questi, spiccano loschi personaggi dediti alle ricerche clandestine, oltre che collezionisti senza scrupoli, che disponendo di elevate somme di denaro hanno potuto acquistare i reperti più belli e importanti, per poterli ammirare nelle proprie abitazioni. «Si tratta - spiega la soprintendente per i Beni archeologici dell'Etruria meridionale Anna Maria Moretti - di antichissime statuette in terracotta, maschere votive, braccia, piedi e altro, dedicati a divinità salutari, ma anche oggetti in bronzo, ceramica campana, punte di lancia, anforette, balsamari, il tutto riconducibile a un'epoca compresa tra l'VIII secolo a. C. e il I secolo d. C.». Un cospicuo patrimonio, insomma, che, assicurato alla giustizia, permetterà, ora, sottolinea il soprintendente Moretti, di «approfondire le informazioni sulle capacità artigiane e sul modo di vita degli antichi Rutili, indicati da Plinio come uno dei popoli più antichi del Lazio». Tra i ladri d'arte, da segnalare, poi, anche dei volontari, membri di un gruppo archeologico operante nell'area di Cerveteri. A loro il "merito", con una vera e propria messa in scena, di aver fatto recuperare l'importante frammento della nota e celebre Kylix dei maestri Eufronio e Onesimos. «Il reperto - spiega il tenente colonnello Mancino - individuato durante lavori di pulizia del sito archeologico, veniva consegnato dai volontari alla Sovrintendenza, forse al fine di ottenere un eventuale premio di ritrovamento, inscenando la scoperta come avvenuta in un altro contesto, non molto distante dal luogo dell'effettivo ritrovamento». Ebbene, smascherata la messa in scena, la magistratura ha, poi, disposto la perquisizione delle abitazione dei malcapitati, dove sono stati rinvenuti migliaia di reperti di notevole interesse storico-archeologico, provenienti da diverse regioni meridionali, per un valore approssimativo di oltre 1 milione di euro.
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