Bollicine piccolissime e perfette di champagne francese con un retrogusto di tabacco ma anche di frutti bianchi. Dovevano, con ogni probabilita', arrivare sulla tavola imbandita dello zar Pietro il grande, gentile omaggio di Luigi XVI di Francia, e invece sono finite in fondo al mare Baltico al largo delle isole Aaland. Fino a pochi giorni fa quando un gruppo di sub si è imbattuto nel relitto che conteneva il prezioso nettare. Uno dei sommozzatori ha riportato in superficie una delle trenta bottiglie, semplicemente per cercare di identificare il vascello colato a picco e si è imbattuto in un tesoro. Lo champagne dal gusto "assolutamente favoloso" come ha testimoniato un'enologa, che ha avuto il raro privilegio di gustarlo, potrebbe diventare il più antico champagne bevibile finora ritrovato. Dovrebbe trattarsi di un Veuve Clicot prodotto negli anni a partire dal 1780, anche se le ricerche sono appena iniziate per identificare il sensazionale carico, dato che le bottiglie sono senza etichetta. Ma recano il simbolo di un'ancora incisa sui tappi di sughero e questo rende prevalente, al 98%, la tesi che si tratti di Veuve Clicquot. Almeno così dicono i produttori di Moet Chandon, interpellati per tracciare l'identikit del prezioso liquido, scoperto ad una profondità di 55 metri sul fondale del mare che separa la Finlandia dalla Svezia.
E' stata proprio l'assenza di luce abbinata alle basse temperature del mare a garantire che lo champagne potesse arrivare ad oggi con le sue caratteristiche intatte. Il capo della squadra dei sub che ha fatto la scoperta Christian Ekstrom, azzarda anche una ricostruzione sulla data di produzione dello champagne. Veuve Clicquot, spiega, ha cominciato la sua produzione di champagne nel 1772 e le prime annate sono state disponibili non prima del 1782. Poi è arrivata la rivoluzione francese nel 1788-1789, che ha paralizzato la produzione dell'aristocratica bevanda. Quindi le bottiglie dovrebbe essere state prodotte in questo periodo.
La scoperta potrebbe annientare il record di champagne ancora bevibile detenuta finora da un enologo britannico, che è il geloso custode di un Perrier Jouet, annata 1825. L'enologa che ha gustato lo champagne degli abissi, Ella Grussner Cromwell Morgan, ne è assolutamente entusiasta. Confessa di avere ancora in frigo un bicchiere di questo nettare di color oro scuro, dal bouquet "sorprendente, intenso, particolarmente dolce, pur mantenendo la sua acidità". "Me lo vado a vedere ogni cinque minuti perché non ci posso ancora credere", dice l'enologa secondo la quale ogni bottiglia potrebbe essere battuta all'asta per circa 53.000 euro. Ma essendo champagne del re di Francia potrebbe anche valere milioni di euro, per la gioia degli amministratori delle isole Aaland, regione autonoma della Finlandia.
su ANSA.it
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