Grazie a sofisticate apparecchiature radar, due archeologi tedeschi sono riusciti a individuare l'Ippodromo di Olimpia, sede dall'VIII secolo avanti Cristo dei Giochi dell'Antichita': era la struttura piu' imponente tra quelle dove si disputavano le gare, e tra gli altri laureo' campione olimpico il famigerato imperatore Nerone. Se ne erano perse le tracce da oltre 1.600 anni, cioe' da quando nel 393 dopo Cristo l'imperatore romano Teodosio I, fervente cristiano, proibi' l'Olimpiade considerandola alla stregua di una mera festa pagana. La scoperta e' stata annunciata dal capo spedizione, Norbert Mueller dell'Universita' di Magonza 'Johann von Gutenberg', che dallo scorso maggio insieme al collega Reinhard Senff, dell'Istituto Archeologico Germanico di Atene, stava sondando la piana di Olimpia servendosi per la prima volta del sistema delle prospezioni geo-magnetiche. Una volta raccolti i dati, sono stati confrontati con le testimonianze e le descrizioni risalenti all'antichita'; corrispondevano: in particolare con quanto narrato dallo scrittore ed esploratore greco Pausania il Periegete, il quale nel II secolo dopo Cristo indico' l'ubicazione della pista ippica, situata verso est rispetto al Santuario Olimpico, e ne illustro' le caratteristiche: dalla forma rettangolare dell'impianto alla pista lunga un chilometro in tutto, dagli insoliti meccanismi utilizzati per dare il via alla brusca curva cieca che gli stessi concorrenti dell'epoca consideravano pericolosissima, e che tante vittime miete' tra aurighi e cavalli. Non si fece pero' male, anzi, il piu' famoso tra gli 'atleti' che vi si cimentarono, conquistando la corona d'alloro del vincitore. Appunto Nerone il quale nel 67 dopo Cristo, due anni dopo aver fatto incendiare Roma, partecipo' alla corsa dei cocchi a quattro tiri, e vi s'impose. Peccato che, fedele alla sua fama, Nerone non avesse esitato a barare: corruppe infatti gli organizzatori dei Giochi per otternerne un rinvio di due anni, in modo che coincidessero con la sua solenne visita nelle colonie della Grecia; ottenne inoltre di potersi servire non di quattro ma di ben dieci destrieri, ed ebbe assegnata la vittoria malgrado non fosse riuscito a reggersi in equilibrio e fosse stato sbalzato fuori dal proprio cocchio. La localizzazione del leggendario Ippodromo olimpico era uno dei grandi misteri da cui ancora era circondata la citta' che per prima ospito' i Giochi: dal 1875 avevano provato in tanti a trovarlo, fallendo tuttavia perche' il tracciato era occultato in profondita' nel terreno, sepolto sotto a diversi metri di limo nella pianura alluvionale solcata tuttora dalle acque del mitico fiume Alfeo, il maggiore del Peloponneso. Ci sono riusciti adesso i due ricercatori venuti dalla Germania: non potevano fornire migliore viatico agli imminenti Giochi Estivi di Pechino 2008, la XXIX Olimpiade dell'Era Moderna. Un viatico del quale si sente il bisogno. - Atene, 22 luglio
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